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Le relazioni pubbliche come funzione di census management: analisi comparativa di quindici esperienze censuarie

Le Relazioni Pubbliche contribuiscono con validi impieghi all’ottimale pianificazione e gestione delle rilevazioni censuarie nazionali. Ho infatti paragonato il censimento demografico ad una sorta di mega comunicazione interna, tramite la quale lo Stato (l’insieme dei cittadini) interroga se stesso (i singoli cittadini) su aspetti rilevanti della propria vita (vital statistics e caratteristiche socio-economiche), raccogliendo minuziosamente dati indispensabili per un generale decision making process. Va da sè che le Relazioni Pubbliche devono necessariamente coadiuvare tale processo di internal audit.
Per estensione le RP sono virtuosamente applicabili a qualsiasi rilevazione statistica (demografica, demoscopica, d’opinione,..): la loro principale finalità pratica risiede nell’ottimizzazione dei flussi informativi facenti capo all’organizzazione complessa che le gestisce (Istat, US Census Bureau, Australian Statistics, Statistics Canada,..) e nella comunicazione di messaggi di valore (utilità, familiarità e sicurezza), indispensabili per ottenere una pronta collaborazione da parte dei rispondenti (tutti i presenti su un determinato territorio nazionale), attraverso elementi propri dell’advertising, della comunicazione istituzionale, del (census) mkt e delle tecniche persuasorie (rivolte principalmente a risolvere il problema dei “disobbedienti”).
L’interesse che ho attribuito ai censimenti demografici per una disamina pubblicorelazionista trova oltremodo fondamento nel fatto che tali attività di rilevazione “interagiscono” con la totalità della popolazione: nemmeno le elezioni politiche “intrattengono relazioni” con un pubblico sì vasto.
Lo sviluppo della mia ricerca è stato improntato da subito ad una visione il più possibile comparativistica: ho infatti raccolto una fitta documentazione (bibliografica e web) riguardo le modalità di comunicazione (pre-, co- e post-censuaria) adottate dagli enti statistici nazionali di una trentina di Paesi, avviando valutazioni contrastive riferibili a cinque aspetti cruciali del census management (budget, timing, comunicazione, questionari, modalità di somministrazione e raccolta) limitate, per la complessità analitica, ad un campione “elastico” di quindici Paesi del mondo.
Ho quindi tentato di avviare un processo di analisi semiotica degli elementi materiali dei censimenti della popolazione, riscontrando, in talune realtà nazionali (USA, Australia, Nuova Zelanda, Canada) veri e propri virtuosismi di Relazioni Pubbliche.
Ho prestato particolare attenzione alla scienza del questionario, intesa come attività di progettazione di un formulario interrogativo, nei suoi aspetti prettamente di RP (questionnaire design): a premesse prettamente teoriche ho collegato esemplificazioni reali, “smembrando” i questionari di rilevazione censuari del campione preso in analisi.
Il punto di vista comparativistico ha suscitato il forte desiderio di elaborare una classifica, in chiave di RP, riguardo ai censimenti più evoluti ed interessanti.

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Tommaso Botto – 2003 LE RELAZIONI PUBBLICHE COME FUNZIONE DI CENSUS MANAGEMENT: ANALISI COMPARATIVA DI QUINDICI ESPERIENZE CENSUARIE Di Tommaso Botto Pensare ad un approfondimento di Relazioni Pubbliche implica una ricerca ad amplissimo raggio: tutto, della vita umana, può essere studiato nella dimensione delle relazioni intercorrenti tra gli individui; infinitamente vasto può pertanto essere il campo di studio della nostra disciplina, intesa sicuramente in una definizione estensiva che è quella di analisi e gestione delle relazioni che intercorrono tra un’organizzazione complessa ed i suoi (infiniti) pubblici. In fase preliminare ho cercato diversi spunti “simpatici”, dai quali avviare una ricerca volta ad illustrare relazioni implicite ed esplicite tra un’organizzazione ed il mondo che le sta attorno. All’inizio è stato un gioco: il pensiero, rapito dalla coinvolgente prospettiva di RP, fagocitando una pluralità di input esterni, riusciva ad associare qualsiasi tematica alla dimensione delle relazioni pubbliche: i propositi, per citarne alcuni, spaziavano dal raffronto semiotico tra etichette di vini pregiati, allo studio sulle prime relazioni instauratesi a bordo di una stazione orbitante, all’analisi di marketing relazionale dei gestori di attività stagionali balneari, ad uno studio sull’attendibilità delle fonti Web,.. Così è nato il caos. La vita spesso dona piacevoli imprevisti: infatti sono stato reclutato dal mio Comune (Udine) con altri 143 individui, per lo più inconsapevoli dell’arduo compito, come rilevatore statistico in occasione del 14° Censimento generale della Popolazione e Censimento generale delle Abitazioni (ISTAT 2001).Pur essendo abituato a simili “professioni” (la precarietà abitua a tutto), sono stato da subito affascinato dalla grandiosità del “meccanismo” censuario, dalla sua dimensione “grande” riscontrabile in tutti gli ambiti esecutivi e pianificativi. La complessità dei dati raccolti con le inchieste macro sociali mi aveva affascinato a tal punto che ho aggiunto infinite documentazioni alle pubblicazioni d’istruzione forniteci dall’ ’Istat: comunque ho superato il test di reclutamento per il rotto della cuffia. Naturalmente attratto dalla singolarità del questionario in quanto medium comunicativo sui generis, sono andato oltre lo “smembrare” il formulario censuario in tutte le sue parti costitutive (struttura, coerenza, fattura,..) ed ho iniziato a “scaricare” i questionari censuari dai siti istituzionali degli enti statistici nazionali, passando per l’ONU,.. È stato subito amore.

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Informazioni tesi

  Autore: Tommaso Botto
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Relazioni Pubbliche
  Relatore: Mauro Pascolini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 201

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Parole chiave

censimento demografico
census management
comunicazione censuaria
pubbliche relazioni
censimento
comunicazione pubblica
censimento della popolazione
rilevazioni censuarie

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